giovedì 13 novembre 2014

Tribulus Terrestris funziona?

Tribulus Terrestris

Il Tribulus Terrestris è un'erba utilizzata in passato dagli  atleti dell'est  per incrementare la produzione di testosterone e
migliorare le prestazioni. Gli scienziati russi avevano teorizzato che l'erba agisce come l'ormone ipofisario LH
ormone luteinizzante  per stimolare il rilascio di testosterone nei testicoli. Il supplemento è stato
estremamente popolare nel mondo dei culturisti e atleti di potenza per aumentare le prestazioni e negli ambienti non sportivi per migliorare le prestazioni sessuali, anche se la sua efficacia è sostenuta da una piccola ricerca scentifica.
Studi ben controllati hanno trovato che il tribulus non ha alcun effetto sulla forza, sulla composizione corporea o sui livelli di
testosterone.
Secondo questi studi il Tribulus terrestris è un integratore fasullo privo di  alcuna utilità per i bodybuilder.
(Journal of Human Kinetics, volume 41: 99-105, 2014)

mercoledì 12 novembre 2014

Il mio ginocchio ringrazia..

menisco

I menischi sono pezzi di cartilagine semi lunari che fungono da ammortizzatori quando le ginocchia subiscono un trauma, inoltre sono coinvolti nella
regolazione dei fluidi nell'articolazione del ginocchio.
Sport, lesioni traumatiche, artrosi o un uso eccessivo cronico può portare ad un deterioramento
o alla distruzione dei menischi e quindi ad intervento chirurgico  del ginocchio.
Scienziati svizzeri  in uno studio sul capre, hanno trovato che
si potrebbe utilizzare cartilagine del naso sviluppata in
laboratorio utilizzando fattori di crescita per sostituire i menischi.
I risultati sono stati così promettenti che hanno in programma studi simili anche negli esseri umani.
I progressi nel campo dell'ingegneria genetica potrebbero
rendere possibile lo sviluppo di parti di ricambio per articolazioni e tessuti lesionati.
(NewScientist 6 settembre 2014)

L'attività cardio riduce la rigidità arteriosa (stiffening)

stiffening

L'attività cardio riduce la rigidità arteriosa

La diminuzione della capacità dei vasi sanguigni nel controllare il flusso di sangue, aumenta la pressione sanguigna e sovraccarica il cuore.
L'irrigidimento arterioso è legato alla scarsa salute metabolica  un gruppo di problemi di salute legato a malattie cardiache e
ictus e che includono la pressione alta, l'insulino-resistenza, il diabete di tipo 2, i valori anormali dei grassi nel sangue e l'obesità addominale.
David Donley della ovest Virginia University School of Medicine e colleghi ha scoperto che otto settimane di esercizio aerobico
determinano una evidente riduzione della rigidità arteriosa, un miglioramento  della pressione sanguigna ed un migliore controllo ed  efficienza del cuore.
Ci si allena con i pesi dovrebbe finire gli allenamenti con almeno qualche esercizio aerobico per evitare appunto fenomeni di stiffening.
(Journal of Applied Physiology, 116: 1396-1404, 2014)

giovedì 6 novembre 2014

Il grasso viscerale aumenta la pressione arteriosa

imagesP8EFR33R

Studi riportano si accumulano una gamma diversificata di effetti negativi sulla salute aumentando di peso corporeo.
Naima Covassin, della Mayo Clinic (Minnesota, USA), e colleghi hanno arruolato 16 adulti sani di età compresa tra i 18 e i 48 anni, per uno studio dalla durata  di otto settimane in cui i soggetti sono stati alimentati con un intrioto calorico aggiuntivo di 400-1,200 calorie ogni giorno, questo al fine di indurre un aumento del loro peso corporeo di circa 5 chili. Monitorando la pressione sanguigna nelle ventiquattro ore dei soggetti,e confrontando i  risultati ottenuti tra le persone sane che hanno mantenuto lo stesso peso durante le otto settimane e quelle che invece sottoposte allo stesso trattamento avevano acquisito peso. Il team ha osservato che i soggetti che hanno guadagnato peso hanno avuto un aumento della pressione arteriosa sistolica in media dai 114 millimetri Hg ai 118 millimetri Hg. Inoltre, i soggetti che hanno guadagnato più peso all'interno del loro addome (grasso viscerale) hanno avuto un maggiore aumento della pressione sanguigna.
Si puo concludere affermando che   l'aumento della pressione sanguigna è  specificamente legata agli aumenti di grasso addominale viscerale, il quale ricordate è quello piu pericoloso.

martedì 4 novembre 2014

Polifenoli e flora batterica

Gonzalez_fig1

Le proprietà biologiche dei polifenoli alimentari sono fortemente dipendenti dal loro biodisponibilità che, a sua volta, è largamente influenzata dal loro grado di
polimerizzazione. La flora intestinale gioca un ruolo chiave nel modulare la produzione, la biodisponibilità e, pertanto, le attività biologiche dei metaboliti
fenolici, in particolare dopo l'assunzione di alimenti contenenti polifenoli ad alto peso molecolare. Inoltre, sta emergendo con evidenza l'attività dei polifenoli
alimentari sulla modulazione della composizione microbica del colon. Tuttavia, anche se esiste una vasta gamma di attività studiate che promuovono la salute dei
polifenoli nella dieta, il loro effetto sulla modulazione dell'ecologia intestinale e la relazione a due vie "polifenoli ↔ microbiota" sono ancora poco conosciute.
Polifenoli alimentari sono composti naturali presenti nelle piante, compresi gli alimenti come frutta, verdura, cereali, tè, caffè e vino.
Chimicamente, i polifenoli sono un grande gruppo eterogeneo di composti caratterizzati da porzioni di fenile idrossilati. In base alla loro struttura chimica e la
complessità (cioè, il numero di anelli fenolici e gruppi sostituenti), i polifenoli sono generalmente classificati in flavonoidi e non flavonoidi.
I flavonoidi costituiscono uno dei principali (oltre 9000 flavonoidi strutturalmente distinti sono stati identificati in natura) sottogruppo eterogeneo che comprende
una varietà di composti fenolici, a loro volta, i flavonoidi sono anche classificati in ulteriori sottoclassi in base alle loro differenze strutturali (flavanoni,
flavoni, dihydroflavonols, flavonoli, flavan-3-oli o flavanoli, antociani, isoflavoni e proantocianidine). Nelle piante, la maggior parte dei polifenoli si trovano
nella loro forma glicosilata, anche se forme modificate, come esteri o polimeri sono anche comunemente presenti. Una volta ingeriti, i polifenoli vengono riconosciuti
dal corpo umano come xenobiotici, e la loro biodisponibilità è quindi relativamente bassa rispetto ai micro e macronutrienti. Inoltre, a seconda del loro grado di
complessità strutturale e polimerizzazione, questi composti possono essere facilmente assorbiti nel piccolo intestino (cioè, polifenoli a basso peso molecolare quali
strutture monomeriche e dimeri) o raggiungere il colon pressoché invariati (oligomerici e polifenoli polimerici come i tannini condensati e idrolizzabili, raggiungendo
valori di peso molecolare vicino a 40.000 da). È stato stimato che solo il 5-10% della dose di polifenoli totali è assorbito nel piccolo intestino. I restanti
polifenoli (90-95% del consumo totale di polifenoli) possono accumularsi nel grande lume intestinale dove attraverso la secrezione di bile, sono sottoposti alle
attività enzimatiche della comunità microbica intestinale. La microflora del colon è quindi responsabile del livello di riduzione a cui le strutture polifenoliche
originali vengono portate e quindi assorbite, può quindi la florsa intestinale essere effettivamente responsabile degli effetti sulla salute derivanti dal consumo di
alimenti ricchi di polifenoli.

Attualmente, si stima che 500-1000 diverse specie microbiche abitano il tratto gastrointestinale, raggiungendo le concentrazioni più elevate nel colon (fino a 1012
cellule per grammo di feci). Tuttavia, solo poche specie batteriche (per esempio Escherichia coli, Bifidobacterium sp., Lactobacillus sp., Bacteroides sp., Eubacterium
sp.) catalizza il metabolismo dei composti fenolici e la specificità della popolazione microbica sembra essere strettamente individuale.

1-s2.0-S0955286313000946-gr1

Di conseguenza, a parte la variazione interindividuale di assunzione giornaliera di polifenoli, le differenze interindividuali nella composizione del microbiota
intestinale può portare a differenze di biodisponibilità e bioefficacia dei polifenoli e dei loro metaboliti.
La formazione di metaboliti di polifenoli, derivati ​​bioattivi e la modulazione del microbiota del colon possono contribuire ciascuno a determinare benefici per la
salute, anche se i meccanismi non sono stati del tutto definiti. Le proprietà salutari attribuite a batteri benefici della flora intestinale includono la protezione
contro i disturbi gastrointestinali e gli agenti patogeni, la trasformazione di nutrienti, la riduzione del colesterolo sierico, il rafforzamento delle giunzioni
intestinali delle cellule epiteliali, infine l'aumento della secrezione di muco e la modulazione della risposta immunitaria intestinale attraverso lo stimolo di
citochine. Allo stesso modo, negli ultimi dieci anni, un numero crescente di studi in vivo e studi epidemiologici ha fornito nuove prove sulla vasta gamma di attività
di promozione della salute da parte dei polifenoli alimentari, già documentata da dati in vitro; attività antinfiammatorie, antiossidanti, antitumorali,
antiadipogenici, potenziali antidiabetici e neuroprotettivi, inoltre suggeriscono un'associazione tra il consumo di cibi ricchi di polifenoli e un ridotto rischio di
diverse malattie croniche. Tuttavia, l'effetto dei polifenoli alimentari sulla modulazione dell'ecologia intestinale, compresi i meccanismi sottostanti e le
prestazioni reali di questi agenti bioattivi, è ancora scarsamente compreso.

I polifenoli e la loro biotrasformazione nell'intestino
Una piccola percentuale di polifenoli alimentari (5-10% della dose totale, soprattutto quelli con strutture monomeriche e dimeri) vengono assorbite direttamente
nell'intestino tenue. Dopo l'assorbimento nell'intestino tenue, questi composti polifenolici meno complessi possono essere sottoposti ad ampie biotrasformazioni
all'interno degli enterociti e poi epatociti, infine liberati nella circolazione sistemica che le distribuirà agli organi o verranno escrete nelle urine.

Nel grande intestino, i batteri del colon sono noti per agire enzimaticamente sui polifenoli non assorbiti rimanenti (90-95% del
consumo totale di polifenoli), Il metabolismo dalla microflora intestinale di questi polifenoli abbondanti nel vino, tè, cioccolata e molti frutti può anche
influenzare l'esposizione di polifenoli ad alto peso molecolare, tra cui le proantocianidine o polifenoli polimerici ossidati, che sono scarsamente assorbiti nella
parte prossimale del tratto gastrointestinale.
Dopo il consumo di alimenti ricchi di ellagici,polifenoli non flavonoidi come fragole, lamponi, noci, vino invecchiato in rovere e
melograni, le strutture tannine di questi polifenoli sono sottoposti a idrolisi nel lume intestinale, liberando acido ellagico libero. Una volta nell'intestino crasso, l'acido ellagico è metabolizzato dalla microflora del colon umano per produrre una serie di composti derivati ​​chiamati urolitine questi metaboliti fenolici microbici di derivazione possono essere assorbiti o eliminati con le feci. Quando assorbiti, raggiungono il fegato attraverso la vena porta dove possono essere ulteriormente sottoposti a trasformazione fino a quando finalmente entrano nella circolazione sistemica e sono distribuiti agli organi o eliminati nelle urine.

Effetti di polifenoli nella dieta sulla modulazione dell'ecologia intestinale
Studi di intervento sull'uomo precedenti hanno dimostrato che, a parte la variazione interindividuale nella assunzione giornaliera di polifenoli, differenze interindividuali nella composizione della flora batterica umana possono comportare differenze di biodisponibilità e bioefficacia dei polifenoli e loro metaboliti. Inoltre, i polifenoli possono essere convertiti dal microbiota del colon in composti bioattivi che possono influenzare l'ecologia e la salute intestinale. Vi è evidenza da animali in vitro e studi sull'uomo che alcune dosi di polifenoli selezionati possono modificare la composizione microbica intestinale, mentre alcuni gruppi batterici possono essere inibiti, altri possono crescere disponibili dell'ecosistema. I composti fenolici alterano quindi la flora intestinale e, di conseguenza, alterano l'equilibrio. A esempio alcuni autori hanno trovato che le catechine possono inibire significativamente la crescita di Clostridium histolyticum e provocare una maggiore crescita di E. coli e membri del gruppo rectale Clostridium coccoides-Eubacterium, mentre la crescita di Bifidobacterium e Lactobacillus spp. rimasta relativamente inalterata.

Somministrazione di alimenti ricchi di proantocianidine inoltre sembra avere un effetto simile. La composizione dei batteri fecali di ratti la cui dieta è stata integrata per 16 settimane con un estratto di vino rosso ricco di proantocianidine dealcolizzato è passato da una predominanza di Bacteroides, Clostridium e Propionibacterium spp. ad una predominanza di Bacteroides, Lactobacillus e Bifidobacterium spp.

Yamakoshi et al. ha documentato come un estratto ricco di proantocianidine da semi di uva dato ad adulti sani per 2 settimane è stata in grado di aumentare significativamente il numero di bifidobatteri. Tuttavia, studi recenti indicano che polifenoli monomerici come flavan-3-oli e flavan-3-oli presenti nel cioccolato, il tè verde e il ribes nero o di estratti di semi d'uva possono modulare il microbiota intestinale in vivo, producendo cambiamenti nei batteri benefici come Lactobacillus spp . ed inibendo altri gruppi come Clostridium spp. sia in vivo e in vitro. Più recentemente, un intervento dietetico di cacao in un modello di ratto ha mostrato una significativa diminuzione della percentuale di Bacteroides, Clostridium e Staphylococcus.

Meccanismi di azione dei polifenoli sulla membrana cellulare batterica
L'influenza dei polifenoli sulla crescita ed il metabolismo della flora batterica dipende dalla struttura polifenolica, il dosaggio e il ceppo di microrganismi.
Ad esempio, i batteri Gram-negativi sono più resistenti ai polifenoli rispetto ai batteri Gram-positivi, probabilmente a causa delle differenze nella loro parete celllulare. Dati recenti suggeriscono una varietà di potenziali meccanismi d'azione dei polifenoli sulle cellule batteriche. Ad esempio, i polifenoli possono legarsi alle membrane batteriche delle cellule in un modo dipendente dalla dose, alterando o disturbando ed infine inibire la crescita cellulare. I polifenoli, come le catechine, agiscono su diverse specie batteriche (E. coli, Bordetella bronchiseptica, Serratia marcescens, Klebsiella pneumonie, Salmonella choleraesis, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus e Bacillus subtilis) producendo perossido di idrogeno e alterando la permeabilità della membrana microbica. Sirk et al. ha anche riferito che il meccanismo antimicrobico, antitumorale e di altri effetti benefici per la salute da parte delle catechine e teaflavine può essere dovuta alla alterazione attraverso legami dei doppi strati lipidici delle membrane cellulari.

I polifenoli sono stati segnalati per interferire con la produzione di piccole molecole segnale da parte delle cellule batteriche di E. coli, Pseudomonas putida e Burkholderia cepacia che attivano la crescita esponenziale di una popolazione batterica. Gli studi effettuati  hanno rivelato che i polifenoli possono avere un ulteriore effetto al di là delle loro proprietà antiossidanti, interagendo con le vie di segnalazione coinvolte in importanti processi coinvolti nello sviluppo di malattie.

I polifenoli del vino rosso e del tè verde inibiscono fortemente la tossina VacA, un importante fattore di virulenza dell'Helicobacter pylori. I meccanismi inibitori dei polifenoli nella dieta contro H. pylori possono includere soppressione dell'attività dell'ureasi, che colpisce la proliferazione batterica e le membrane batteriche dannose, rendendo le cellule più sensibili ai composti esterni come gli antibiotici e che porta ad una interruzione di forza motrice protonica attraverso la perdita di H + -ATPasi e le funzioni associate alla membrana.

In sia in vivo che in studi su animali, le sostanze fenoliche si sono dimostrate essere responsabili dell'effetto anticarie osservato nel consumo di cacao in polvere , probabilmente a causa della loro inibizione della sintesi di glucaniinsolubili in acqua. D'altra parte, una ricca fonte di flavonoidi quali estratti di cipolla agiscono su Streptococcus mutans e Streptococcus sobrinus nonché Porphyromonas gingivalis e Prevotella intermedia, che sono considerati essere i principali batteri che causano parodontite.

1-s2.0-S0955286313000946-gr2

I polifenoli, microbiota e il cancro
Diversi studi hanno collegato il metabolismo microbico di polifenoli nella dieta per la prevenzione del cancro. Questi studi hanno trovato differenze del livello di phylum un microbiota intestinale nei pazienti con e senza cancro del colon-retto. Alcuni phyla sono aumentati, mentre altri sono diminuiti, ma esattamente come questi cambiamenti influenzano il processo del cancro non è chiaro. Studi condotti in vitro in ratti gnotobiotici hanno dimostrato che la pianta lignina secoisolariciresinola diglucoside può essere convertita in enterodiolo e enterolattone da una popolazione microbiota intestinale composto da Clostridium saccharogumia, Eggertella Lenta, Blautia producta e longoviformis Lactonifactor. Inoltre, la colonizzazione con questa comunità microbica-lignina hanno protetto topi affetti da tumore indotto diminuendo in modo significativo il numero del tumore, le dimensioni e la proliferazione cellulare, ed è aumentata l'apoptosi delle cellule tumorali.

Alcuni componenti polifenolici assunti con la dieta possono influenzare enzimi del metabolismo batterico e quindi influenzare il rischio complessivo di cancro. Ad esempio, in un modello di ratto, la supplementazione con resveratrolo (8 mg / kg di peso corporeo / giorno, intragastrica) ha ridotto significativamente l'attività degli enzimi della mucosa del colon, come β-glucoronidase, β-glucosidasi, β-galattosidasi, e mucinasi nitroreduttasi rispetto agli animali di controllo (21%, 45%, 37%, 41% e 26%, rispettivamente). La ridotta attività enzimatica batterica è stata associata con una significativa riduzione dell'incidenza del tumore del colon nei ratti alimentati con resveratrolo rispetto ai ratti di controllo, ma non è chiaro se questi cambiamenti erano il risultato di modificazioni di attività enzimatiche in una sottopopolazione di microrganismi o un cambiamento nella proporzione di batteri specifici. Il resveratrolo dimostra una importante relazione con il cancro del colon. L'attività anti-infiammatoria del resveratrolo include l'inibizione di mediatori proinfiammatori, la modifica della sintesi degli eicosanoidi e l'inibizione degli enzimi tra cui COX-2, NF-kB, AP-1, TNF-α, IL-6 e VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale). In colture cellulari, diversi composti fenolici inibiscono la COX-2, probabilmente legandosi all'enzima.

Diversi studi su modelli animali e colture cellulari hanno dimostrato che le catechine del tè verde, come epigallocatechina-3-gallato, dimostrano avere attività antitumorale e mediando diversi eventi cellulari che potrebbero essere protettivi contro il cancro. Inoltre, altri flavonoidi come la quercetina presente nelle  mele e nelle verdure hanno effetti antitumorali, inclusa l'inibizione della proliferazione cellulare e induzione di apoptosi. Se la concentrazione di questi composti può essere realizzata in misura sufficiente nelle diete umane tale da incidere in queste vie non è noto. Tuttavia sulla base di questi studi recenti, i polifenoli alimentari  sembrano essere coinvolti in molteplici meccanismi di inibizione della carcinogenesi

Polifenoli sistema immunitario e Malattie cardiovascolari

In un modello in vitro, è stato dimostrato  come la fermentazione batterica di frazioni insolubili in acqua di cacao è stata associata ad un aumento di bifidobatteri e lattobacilli, nonché alla produzione di butirrato. Questi cambiamenti microbici sono stati associati a significative riduzioni dei trigliceridi del plasma e della CRP, suggerendo i potenziali benefici connessi con l'inclusione nella dieta di alimenti ricchi di flavonolo . Recentemente, Queipo-Ortuño et al. ha condotto uno studio  umano e ha scoperto che l'assunzione regolare di polifenoli del vino rosso ha generato riduzioni significative dei livelli plasmatici della pressione sanguigna, dei trigliceridi e del colesterolo HDL, e queste riduzioni significative possono essere in parte dovute all'aumento dei microbioti indotti dall'effetto dei polifenoli. Inoltre, è stato  segnalata anche  una significativa diminuzione dei livelli di acido urico dopo il consumo di polifenoli del vino rosso che può essere spiegata dal significativo aumento osservato di Proteobatteri in questa fase. Infine, hanno notato una significativa riduzione della concentrazione della CRP dopo il trattamento con vino rosso. Questo potrebbe essere dovuto all'aumento osservato nel numero di Bifidobatteri. La CRP è un marker di infiammazione nel sangue, e la sua concentrazione è uno specifico fattore predittivo del rischio di eventi cardiovascolari nei soggetti sani.

Polifenoli e stati d'anzia

Martin e collaboratori hanno eseguito uno studio clinico in una popolazione di soggetti umani classificati come aventi tratti bassi o alti di ansia validati utilizzando questionari psicologici. Essi hanno scoperto che il consumo giornaliero di cioccolato fondente (che è ricco di flavonoidi, soprattutto flavan-3-oli) ha comportato una modifica significativa nel metabolismo dei soggetti  con potenziali conseguenze per la salute a lungo termine, dipendenti dal metabolismo microbico. Soggetti umani con tratti di ansia più elevati, hanno mostrato un profilo metabolico distinto, indicativo di una omeostasi nenergetica  diversa (lattato, citrato, succinato, trans-aconitate, urea e prolina), il metabolismo ormonale (adrenalina, DOPA [dihidroxifenilalanina] e 3-metossi -tyrosine) e l'attività microbica intestinale (metilammine, p-cresolo solfato e ippurato).

Polifenoli contro la malattia metabolica

Uno studio ha stato dimostrato che i metaboliti microbici di polifenoli vegetali possono anche influenzare il rischio di malattia nella sindrome metabolica. Verzelloni et al. hanno dimostrato che due metaboliti microbici di polifenoli, urolithins e pirogallolo derivati ​​da ellagici sono altamente antiglicativi  è noto che la glicazione  svolge un ruolo patologico importante nel diabete e nei disturbi associati al diabete, inclusa la cecità.

Polifenoli potenti antinfiammatori

Tucsek e collaboratori ha indotto una risposta infiammatoria trattando macrofagi con endotossine batteriche e ha trovato che i prodotti finali della degradazione dei polifenoli, come ferulaldeide, esercita una risposta antinfiammatoria  diminuendo la MAP chinasi (proteina mitogeno-attivata), inibendo così l'attivazione di NF-kB, depolarizzazione mitocondriale e la produzione di specie reattive dell'ossigeno ROS. Risultati simili sono stati dimostrati nel  Chirumbolo usando molti flavonoidi aglicone purificati. Si può sostenere che l'attività antimicrobica dei polifenoli potrebbe essere dovuta principalmente al loro potenziale antinfiammatorio ben riconosciuto.

Molto recentemente, Beloborodova ha analizzato il ruolo degli acidi fenolici di origine microbica come biomarcatori nel corso di sepsi. Essi hanno scoperto che l'acido p-idrossifenilacetico ha mostrato la capacità di inibire l'attività dei ROS (specie reattive dell'ossigeno) e la produzione dei neutrofili. I neutrofili, ritardano la risposta immunitaria, mentre, agendo sui mitocondri, impediscono o riducono lo sviluppo di insufficienza d'organo multipla. Pertanto, durante lo sviluppo di batteriemia e focolai purulenti di infezione associata con P. aeruginosa e Acinetobacter baumanii, l'acido p-idrossifenilacetico può entrare direttamente nel flusso sanguigno sistemico e inibire l'attività fagocitaria dei neutrofili.

Infine, tutti questi risultati supportano l'ipotesi che non solo i polifenoli alimentari ma anche i loro metaboliti microbici devono essere presi in considerazione nel valutare l'impatto dei polifenoli sulla salute dell'ospite.

Conclusioni
La biodisponibilità e gli effetti dei polifenoli dipende molto dalla loro trasformazione nella flora intestinale. Diversi studi sono stati condotti per comprendere la trasformazione nella flora intestinale di particolari tipi di polifenoli e identificare i microrganismi responsabili.

È chiaro che i polifenoli alimentari e i loro metaboliti contribuiscono al mantenimento della salute dell'intestino, alla modulazione dell'equilibrio microbico intestinale attraverso la stimolazione della crescita dei batteri benefici e l'inibizione dei batteri patogeni, esercitando effetti prebiotico simili. Tuttavia, i dati sugli effetti dei polifenoli sul microbiota intestinale ed i loro meccanismi di azione negli esseri umani sono scarsi.

 

venerdì 31 ottobre 2014

Attività Fisica oltre l'insulino resistenza

GLUT4

In primo luogo, la cosa più importante che dovete sapere è che
tutti i carboidrati, sia a basso indice glicemico che ad alto glicemico
determinano una risposta insulinica da parte del pancreas.
Se il pancreas secerne; una grande quantità; una tantum o provvede ad un lento
rilascio sistematico di insulina, questo sarà determinato dalla natura dei carboidrati assunti.
Questo vuole dire che siamo in grado di manipolare il nostro corpo attraverso il modo in cui noi assumiamo il nostro cibo.
L'insulina è uno degli ormoni più anabolici del corpo, questo fattore può essere estremamente utile e vantaggioso per chi vuole aumentare la propria massa muscolare e come vedremo non solo, ma bisogna stare molto attenti poiché l'insulina, se è vero che può essere sfruttata per l'invio delle sostanze nutritive alle cellule muscolari potrebbe allo stesso modo guidare tali sostanze anche alle cellule di grasso dove saranno
depositate determinando un effetto non desiderabile.
A questo punto cerchiamo di capire come funziona l'insulina nel
corpo e la cascata di eventi che vengono attivati ​​quando l'insulina viene rilasciata.

Quando i carboidrati vengono degradati e assimilati in glucosio, questi "zuccheri" devono essere veicolati all'interno delle cellule, e questo processo viene regolato appunto dall'insulina.
In realtà non è direttamente l'insulina a fare questo lavoro ma sono un gruppo di proteine trasportatrici "Trasportatori del glucosio" denominati GLUT4 che attivati dal legame dell'insulina ai propri recettori trans-membranali delle cellule bersaglio,questi migrano dal citoplasma della cellula fino a raggiungere la membrana plasmatica delle cellule,dove creano dei canali che similmente a delle porte si aprono a far entrare le molecole di glucosio.

Le cellule possono quindi utilizzare questi zuccheri come energia, o come deposito energetico da utilizzare più tardi.

La sensibilità all'insulina descrive come una cellula sia reattiva alle reazioni a cascata innescate dall'insulina.
Se le cellule non riescono a reagire all'insulina, le proteine ​​GLUT4 si muovono lentamente e solo parzialmente verso la superficie della cellula. La resistenza totale all'insulina significherebbe che queste proteine ​​GLUT4 non si muovono affatto in presenza di insulina. Purtroppo, è quello che succede quando si invecchia, o quando si è affetti da diabete di tipo I dove il gene che esprime la proteina recettoriale per l'insulina è inespresso con conseguente non legame dell'insulina al recettore e mancata  traslocazione delle GLUT4.

Recentemente è stato scoperto che il livello di sensibilità all'insulina da parte delle nostre cellule può variare anche all'interno della stessa  giornata.
Al mattino le proteine ​​GLUT4 reagiscono più fortemente all'insulina rispetto alla sera.

Durante l'allenamento di resistenza le proteine ​​GLUT4 tendono a spostarsi sulla membrana cellulare delle cellule muscolari indipendentemente dai livelli di insulina, questo processo è chiamato traslocazione non-insulino-mediata, questo significa che se una persona è resistente all'insulina, l'allenamento potrebbe  aiutare il loro
tessuto muscolare nell'uso corretto degli zuccheri, tuttavia non si osserva la stessa cosa a livello del tessuto adiposo,dove le GLUT4 rimangono sospese nel citoplasma della cellula e non migrano verso la membrana cellulare.

Quindi fate attività fisica!!!!

lunedì 20 ottobre 2014

Avocado; per chi ancora non lo conosce..

avocado

Un avocado fresco contiene solo 3 grammi di  carboidrati, e meno di 1 grammo di zuccheri quindi il valore più basso di qualsiasi altro frutto fresco, inoltre contribuisce con un 8% del valore giornaliero di fibre, infine da non dimenticare che ogni porzione di avocado apporta una rilevante quantità di grassi buoni.
Joan Sabate, dalla Loma Linda University (California,USA), e colleghi hanno chiesto a 26 uomini sani ma in sovrappeso di introdurre nella loro dieta un avocado fresco a pranzo.
Il team ha scoperto che i soggetti che avevano aggiunto a pranzo una porzione pari a metà frutto di avocado, avevano riportato una significativa diminuzione del desiderio di mangiare del 40% in un periodo di tre ore, e del 20% in un periodo di cinque ore dopo il pasto. Inoltre, i soggetti hanno riferito un aumento di soddisfazione nel dopo aver mangiato un pasto in cui era presente una porzione di avocado.
Quindi non dimenticate di inserire nel vostro carrello della spesa questo particolare frutto.

venerdì 17 ottobre 2014

Adolescenti obesi e depressi!

OBESITA-BIMBI-Copia

Uno studio ha esaminato l'associazione tra sintomi depressivi con BMI (BMI z-score) standard, stili di vita, e misure di auto-efficacia in un campione di adolescenti urbani. Lo studio è stato condotto tra gli adolescenti (n = 1508) arruolati da 11 scuole pubbliche nella Repubblica Dominicana. I sintomi depressivi sono stati valutati con un test appositamente adattato agli adolescenti.

Sono stati valutati anche: l’assunzione di cibo (frutta, verdura e cibi a elevato contenuto energetico), il comportamento sedentario e l'attività fisica (PA). Altezza e peso sono stati misurati direttamente e sono stati calcolati i BMI z-score. Il campione era composto da 53% femmine, 75% ispanici, e l’82% nati negli Stati Uniti, con un'età media di 13,9 anni. Si è evidenziato che un maggior numero di sintomi depressivi erano associati a un BMI più elevato, una maggiore assunzione di cibi a elevata densità energetica e a un comportamento quasi totalmente sedentario con scarsa attività fisica.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25181530
Child Obes. 2014 Sep 2

martedì 14 ottobre 2014

Considerate la qualità del vostro sonno.

shut-eye-muscle-sleep-arrows
Considerate la qualità del vostro sonno.
Dormine meno di sette ore per notte può ridurre e perfino annullare
i benefici della dieta, questo secondo una ricerca pubblicata su "Annals of
Internal Medicine". Lo studio ha scoperto che quando seguite una dieta per la definizione se non dormite adeguatamente potreste perdere
fino al 55% dei vostri risultati.
Questo studio ha dimostrato inoltre che i soggetti che dormono poco sentono in modo significativo piu fame
e consumano i pasti con meno soddisfazione, inoltre durante l'allenamento si stancano facilmente perche vengono a mancare le giuste energie.

Quando si è privati del sonno, il tuo corpo soffre di uno stordimento metabolico , un termine questo coniato
da ricercatori dell'Università di Chicago, che hanno analizzato cosa è successo dopo soli quattro giorni in cui i soggetti dello studio hanno dormito poco.
In condizioni di privazione del sonno le cellule adipose diventano piu del 30% meno sensibili all'insulina.
Questo porta ad immagazzinare più grasso, in particolare nel fegato, e vi mette sulla strada verso il diabete di tipo 2.
Per chi con sacrifici tenta di acquisire un po di massa muscolare, ottenere meno di sei ore di sonno al giorno per una settimana
può causare un abbassamento dei livelli di testosterone al fino al 15%.
Così dopo aver allenato i muscoli sollevando i vostri pesi, mangiato le vostre proteine, dovreste andare a letto per garantirvi un buon sonno.
Avete bisogno dalle sette alle nove ore di riposo per notte!

sabato 11 ottobre 2014

Grassi. Individuata una nuova classe di grassi ‘buoni’

Grassi. Individuata una nuova classe di grassi ‘buoni’.

Si chiamano 'Fahfa' e rappresentano una nuova classe di lipidi ‘buoni’ come gli omega-3. A differenza degli omega-3, però, i Fahfa vengono prodotti all'interno del corpo: così in teoria si potrebbe modularne il livello nell’organismo umano. Secondo i ricercatori, la scoperta apre potenziali prospettive di studio per trattamenti contro il diabete e altre malattie infiammatorie

10 OTT - Un gruppo di ricercatori statunitensi ha identificato una nuova classe di molecole lipidiche, finora ‘sconosciute’, che potrebbero aumentare la sensibilità insulinica e il controllo dello zucchero nel sangue, aprendo nuove prospettive di ricerca per trattare il diabete di tipo 2. Lo studio*, pubblicato su Cell, è stato realizzato da un team di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (Bidmc) e del Salk Institute. I nuovi grassi, individuati su modello animale, si chiamano Fahfa (acid-hydroxyl fatty acids) e si trovano nelle cellule di grasso ed in altre cellule del corpo.

Queste molecole sono ‘buone’ come quelle di omega-3 contenute ad esempio nel pesce, ma al contrario degli omega-3, che non vengono prodotti dai mammiferi, i Fahfa vengono invece generati e scomposti all’interno dell’organismo umano.
“Questa importante caratteristica conferisce ai Fafha un vantaggio in termini di sviluppo terapeutico, perché potremmo essere in grado di modificare il tasso di produzione e la ripartizione in tutto il corpo”, osserva Barbara Kahn, senior author e Vice Presidente del Dipartimento di Medicina presso il Bidmc. “Dato che siamo in grado di misurare i livelli di Fahfa nel sangue, basse concentrazioni possono rivelarsi un indicatore precoce del rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Di conseguenza, se il ripristino dei livelli Fahfa negli individui con insulino-resistenza rivela effetti terapeutici, a livello potenziale potremmo essere in grado di intervenire prima dello sviluppo del diabete”.

"Sulla base della loro biologia, possiamo aggiungere i Fahfa alla ristretta lista dei lipidi con effetti benefici”, ha affermato il co-autore senior Alan Saghatelian, PhD, Professore al the Clayton Foundation Laboratories for Peptide Biology al Salk Institute a La Jolla, in California. “Questi lipidi sono sorprendenti, perché possono anche ridurre l'infiammazione, suggerendo che potremmo scoprire le opportunità di queste molecole in malattie infiammatorie, come il morbo di Crohn e l'artrite reumatoide, oltre che al diabete”.

La ricerca
La ricerca è partita da alcune indagini su un particolare modello murino, con una sovra-espressione di molecole GLUT 4 (i GLUT sono proteine trasportatori del glucosio, specifiche proteine). I ricercatori hanno “osservato che gli esseri umani che sono resistenti all'insulina - e quindi più inclini a sviluppare il diabete e le malattie metaboliche – mostrano una minore concentrazione dei GLUT-4, molecole trasportatrici di glucosio nelle cellule di grasso”, dice Kahn.
Infatti, studiando la concentrazione di questi lipidi nell’uomo, nel grasso o nel plasma di individui con insulino-resistenza, i ricercatori hanno osservato che le concentrazioni di Fahfa erano dal 50 al 75% più basse di quelle degli individui con normale sensibilità insulinica.
Nello studio, “con nostra sorpresa, la sovra-espressione di GLUT-4 di grassi era sufficiente per aumentare la tolleranza al glucosio e proteggere i topi contro il diabete, anche quando gli animali erano obesi”, spiega Kahn.
Questi animali mostravano un elevato livello di acidi grassi, spesso associati nell’uomo con insulino-resistenza ed intolleranza al glucosio, ma erano sensibili all’insulina e in grado di controllare i livelli di zucchero nel sangue, riferiscono i ricercatori. Con una particolare tecnica di spettrometria, essi hanno individuato in questi topolini la presenza di quattro lipidi normalmente assenti. "Sto conducendo queste analisi per più di un decennio e Fahfa è una delle uniche due nuove classi di lipidi che abbiamo scoperto", aggiunge Saghatelian.

Aumentando attraverso l’alimentazione il livello di Fahfa nell’animale, i ricercatori hanno mostrato un rapido e radicale calo dello zucchero nel sangue e un aumento dell’insulina.
“Una scoperta che offre nuove valide vie di trattamento, che speriamo di essere in grado di testare in studi clinici", auspica Kahn. "Un elemento di fondamentale importanza, in quanto i tassi di obesità e diabete di tipo 2 rimangono in proporzioni epidemiche in tutto il mondo”.

Viola Rita

* Mark M. Yore, Ismail Syed et al., Discovery of a Class of Endogenous Mammalian Lipids with Anti-Diabetic and Anti-inflammatory Effects, Cell, Volume 159, Issue 2, p318–332, 9 October 2014, DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cell.2014.09.035

** Lo studio è stato in parte supportato da National Institutes of Health, JPB Foundation, the Searle Scholars Award, Burroughs Wellcome Fund CABS, Sloan Foundation Fellowship, e da grant del the Harvard Training Program in Nutrition and Metabolism

Inviato da iPad

venerdì 3 ottobre 2014

Vitamina D e Calcio per dimagrire!

calcio

Ricercatori sull'obesità stanno studiando vari modi per determinare
la morte cellulare degli adipociti al fine di ridurre il grasso corporeo.
I ricercatori della South Dakota State University, in uno studio sui topi, hanno trovato
che gli animali alimentati con diete ad alto contenuto di vitamina D e calcio hanno mostrato
una diminuzione del grasso corporeo, un aumento nel sangue della vitamina D, una migliore regolazione
dello zucchero nel sangue e dei marcatori  del metabolismo dei grassi.
Una riduzione del grasso è stato ottenuto aumentando l'apoptosi delle cellule di grasso.
Aumentare l'assunzione di vitamina D e calcio potrebbe promuovere una gestione del grasso
attraverso la morte delle cellule, tuttavia la sicurezza a lungo termine è ancora sconosciuta.
(Molecular Nutrition & Food Research, 58: 1342-1348, 2014)

giovedì 2 ottobre 2014

Benefici dell'esercizio fisico

meet-the-clean-2b

Una revisione della letteratura condotta da Larry Durstine
della University of South Carolina ha concluso che l'esercizio aerobico migliora il profilo dei grassi nel sangue
diminuendo il colesterolo totale, il rapporto di HDL colesterolo e trigliceridi, e aumenta l'HDL e
le dimensioni delle particelle LDL e HDL. L'esercizio fisico aiuta anche a migliorare i fattori metabolici correlati, come il sangue
pressione del sangue e composizione corporea. L'esercizio di resistenza (ad esempio, l'allenamento con i pesi ) ha anche effetti positivi
sui grassi del sangue e la salute metabolica. (Current Sports Medicine Reports, 13: 253 259, 2014)

Le proteine non riducono la funzionalità dei reni!

proteine

L'elevato consumo di proteine ​​è stato collegato con una scarsa funzionalità renale. Recenti studi fatti nell'università del Texas Medical Branch a Galveston  hanno dimostrato l'importanza delle proteine per prevenire la perdita di massa muscolare (sarcopenia)
negli anziani. Il consumo di integratori di proteine costituito da 25 grammi di proteine del siero di latte o di caseine promuove la sintesi proteica, anche senza l'esercizio di resistenza. Jeannette Beasley del Albert Einstein College of Medicine di New York, insieme a dei suoi  collaboratori, hanno scoperto che l'assunzione di proteine ​​non è associata ad un declino della funzione renale negli anziani anche se il tasso di filtrazione glomerulare
è diminuito nel 27 per cento dei pazienti durante lo studio durato sei anni.
Possiamo dedurre da questo studio che si possono consumare  tranquillamente integratori proteici per prevenire la perdita muscolare.

Fonte: (Nutrition,30: 794-799, 2014)

mercoledì 1 ottobre 2014

Il Pumping muscolare promuove l'ipertrofia

pump

Il Pumping muscolare promuove l'ipertrofia
Contrazioni muscolari ripetitive, come quelle che si verificano durante allenamenti ad alte ripetizioni, causano un aumento dell'accumulo di sangue
nei Muscoli. I fisiologi chiamano questo processo iperemia reattiva, innescato da sostanze chimiche
quali l'adenosina e spostamento dei fluidi causata da un aumento della pressione da contrazioni muscolari.
Brad Schoenfeld e Bret Contreras hanno concluso che esercizi derivanti da una combinazione
di un alto carico ed un alto volume, aumentano il pumping muscolare, e risulta essere l'allenamento
migliore per massimizzare l'ipertrofia muscolare. Provate a dividere l'allenamento in due fasi; una prima fase in cui
utilizzate carichi pesanti, una seconda fase in cui aumenterete il volume utilizzando un alto numero di ripetizioni.

lunedì 29 settembre 2014

Emotional eating; Cibo e depressione!

cibo e depressionew

Negli ultimi anni, un particolare fenomeno sociale definito
in lingua inglese con il termine di "emotional eating" cioè mangiare spinti da fattori emozionali, ha raggiunto
l'interesse da parte del mondo della ricerca che ha iniziato ad affermare di come vi sia un sostanziale aspetto psicologico
determinante nell'assunzione di cibo e lo stato di  sovrappeso.
L'obiettivo di un recente studio era quello di esaminare l'associazione tra "emotional eating" e il  consumo di snake ad alta
densità energetica e valutare l'interazione tra "emotional eating", sesso e  sintomi depressivi.
Un totale di 7.378 uomini e 22.862 donne della coorte NutriNet-Santé (Francia, 2009-2013)
sono stati inclusi in questa analisi cross-sectional.
La "emotional eating" è stata associata con un maggior consumo di snack ad alta densità energetica e, in particolare, con il consumo di
cibi dolci e grassi nella maggior parte delle categorie studiate.
Queste associazioni erano più forti nelle donne con sintomi depressivi
(ad esempio, un elevato consumo di cioccolato, torte / biscotti / pasticcini) rispetto a quelli senza sintomi depressivi.
Al contrario, le significative associazioni tra "emotional eating" e il consumo di snak ad alta densità energetica
si sono osservate in uomini senza sintomi depressivi, mentre è stata riscontrata la stessa associazione  negli uomini con sintomi depressivi.
In conclusione, nelle donne, la "emotional eating"  era positivamente associata con il consumo di spuntini ad alta
densità energetica, ed in particolare in quelle con sintomi depressivi.
Per gli uomini, il rapporto tra "emotional eating" e snack ad alta densità energetica è stato trovato solo
in quegli uomini senza sintomi depressivi.
Quindi le donne mangiano perche depresse, mentre gli uomini lo fanno anche se non lo sono!

venerdì 26 settembre 2014

rapporto vita/altezza (WHtR) per valutare la salute

anziani

Da  uno studio epidemiologico condotto in Brasile su una coorte di popolazione di 170 soggetti anziani tra i 60 e i 90 anni di età (entrambi i sessi) risulta che il rapporto vita/altezza (WHtR), associato alla concentrazione sierica della proteina C-reattiva, potrebbe rappresentare uno strumento di screening efficace, per valutare lo stato di salute. L'età media era <70 anni, la maggioranza erano donne (69,41%) e il 90% dei soggetti esaminati presentava un WHtR inadeguato. In questa coorte la maggioranza delle persone soffriva d’ipertensione (58.52%), e l’associazione ipertensione-obesità era la combinazione patologica più frequentemente diagnosticata (17,65%).

L'obesità, inoltre, era l’unica comorbidità associata all’ipertensione. I soggetti senza patologie avevano valori inferiori di WHtR rispetto ai soggetti con almeno una patologia. È stata anche osservata una correlazione tra WHtR e CRP. Questi risultati propongono il rapporto vita/altezza (WHtR), associato alla concentrazione sierica della proteina C-reattiva, come misure facilmente utilizzabili e buoni indicatori dello stato di salute negli anziani.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25229696

 

La creatina aiuta nell'osteoartrosi

trattamenti-della-osteoartrosi-al-ginocchio

L’Osteortrosi è la degradazione della cartilagine articolare e dell’osso subcondrale
nell’articolazione, e si tratta di una malattia degenerativa.
Il paziente accusa dolore, gonfiore, rigidità e persino blocchi dovuti alla presenza di frammenti di cartilagine che si muovono nel ginocchio.

La riduzione del livello di attività può condurre ad atrofia muscolare e problemi ai legamenti.
Nelle fasi iniziali e intermedie della malattia, uno dei trattamenti più efficaci è
rappresentato dalla combinazione di fisioterapia ed esercizio fisico
per migliorare la funzionalità e ridurre il dolore.
Nell''osteoartrosi del ginocchio, un limite funzionale diffuso è rappresentato
dalla debolezza del quadricipite, ed è stato dimostrato che rafforzare il quadricipite
può persino arrestare la progressione dei sintomi.
Uno studio del 2011 ha esplorato l’efficacia dell’integrazione di creatina
combinata con esercizi di rafforzamento in presenza di Osteoartrosi del ginocchio in soggetti femminili in menopausa.
Si trattava di uno studio randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli e controllato con placebo, perciò molto affidabile!
È emerso che la funzionalità fisica era significativamente migliore nel gruppo che assumeva creatina, come pure i sintomi di rigidità e la qualità di vita;
nello stesso gruppo è stato riscontrato un incremento della massa magra
negli arti inferiori. Il trattamento con creatina non ha avuto effetti negativi sulla clearance della creatina, ossia sulla funzionalità renale.

martedì 23 settembre 2014

Rullo di schiuma..mai provato?

foam rollling

Prevenire mal di schiena, lesioni e stress può sembrare impossibile
senza l'assistenza di un trattamento medico. Tuttavia,
il "Foam Rolling" o rullo di schiuma allevia la tensione, e lo stress
che rimane intrappolato all'interno dei nostri muscoli, quindi puo essere un ottimo metodo per prevenire  gli infortuni
e aumentare le prestazioni.
Ma come funziona esattamente il Foam Rolling?
Il rullo si estende non solo sui muscoli
e tendini, ma raggiunge anche le aderenze dei tessuti molli e del tessuto cicatriziale.
Utilizzando il proprio peso corporeo , è possibile eseguire un auto-massaggio o rilascio miofasciale,
rompendo i  punti di inserzione muscolare, e lenire la fascia stretta, aumentando
il flusso sanguigno e la circolazione ai tessuti molli. Nel caso in cui non siete a conoscenza,
la fascia superficiale è un tessuto connettivo molle situato appena
sotto la pelle. Si avvolge e collega i muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni del corpo.
Per vari motivi, tra cui il disuso, o l'assenza di un adeguato stretching, o la presenza di lesioni,
la fascia e il tessuto muscolare sottostante possono risultare bloccati insieme, il rullo di schiuma aiuta a scioglere
queste strutture rendendo il corpo piu flessibile eliminando eventuali dolori.

Ottenendo una maggiore  flessibilità si migliorano le prestazioni durante l'attività fisica e
si diminuisce il rischio di lesioni aiutando le nostre articolazioni.
In questo modo i muscoli lavorano più efficacemente.

Quando i muscoli e le articolazioni diventano stretti, non siamo in grado
per eccellere nell'allenamento e far funzionare il corpo per come è stato progettato.
Rimanendo "stretto" o inflessibile il muscolo è potenzialmente soggetto ad infortunio poichè in tale condizione ci si trova più
inclini a strappare o tirare il muscolo.

Con il  rullo di schiuma, è possibile applicare una pressione profonda tale
da allungare i tessuti , impedendo in tal modo
squilibri al fisico che possono predisporre ad infortuni, aumentando la flessibilità.
Maggiore flessibilità equivale ad una maggiore  gamma di movimenti.
La maggior parte dei mal di testa, dei dolori al collo e all mandibola sono dovuti a ciò che si chiamano "punti trigger", piccoli nodi
che possono svilupparsi nei muscoli quando sono feriti, o tesi.
Seduti o in piedi troppo a lungo, o quando si mantiene una cattiva postura, o dormendo in
modo sbagliato può creare punti trigger!
I punti trigger provocano dolore locale, mal di testa, dolore al collo e alla mandibola, il gomito del tennista,
e anche la sindrome del tunnel carpale. Eliminare o   allentare
questi punti trigger con un rullo di schiuma puo aiutare ad alleviare questo dolore
e disagio. Poiché la maggior parte delle persone non conoscono l'esistenza dei
punti trigger, oltre ai farmaci spesso utilizzati, la prossima volta che
avete un mal di testa o un dolore alla mandibola, provate questo semplice attrezzo e sperimentate su cvoi stessi se funziona.

Il rullo di schiuma è inoltre in grado di migliorare la circolazione del sangue in tutta la pelle, la
fascia, i muscoli, i tendini e i legamenti. Attraverso il miglioramento del flusso sanguigno
vi è scambio più efficiente dei nutrienti e dei prodotti di scarto
a livello cellulare, il che porta ad una migliore complessiva funzione e comunicazione cellulare.

giovedì 18 settembre 2014

Bevi piu di una tazza di caffe al giorno, ti protegge dal diabete!

caffe
Aumentare l'assunzione può contribuire a ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
Questo è quanto dimostra un recente studio di Diabetologia. Ricercatori dell'università di  Harvard
hanno scoperto che le persone che hanno aumentato la loro assunzione di caffè da
più di una tazza al giorno per un periodo di quattro anni hanno mostrato un rischio inferiore del 11% per il diabete
di tipo 2 per i  prossimi quattro anni, rispetto a chi non ha apportato modifiche nei consumi.
I ricercatori hanno scoperto anche il contrario; cioè che ridurre il consumo di caffè da più di una tazza al giorno ad una sola tazza
è  associato con un aumento del 17% del rischio di diabete di tipo 2.
Da cosa possa scaturuire questo effetto benessere del caffe non è ancora del tutto chiaro.
"Alcune possibili spiegazioni, al di là della caffeina, includono l'acido clorogenico, che può ritardare
l'assorbimento del glucosio,  dice il dottor JoAnn Manson, co-autore dello studio e professore di medicina alla Harvard Medical School.
Mi raccomando tuttavia che non bisogna esagerare, la caffeina in eccesso (oltre i 300mg) porta a nervosismo e insonnia!

Mal di testa e Stress fattori aging?

emicrania

Ricercatori tedeschi hanno confermato quello che a lungo si è sempre sospettato, più sei stressato, e più di frequente hai mal di testa.
L'esatto meccanismo che sta dietro mal di testa non è ancora del tutto chiarito, i dati possono solo suggerire un'associazione con lo stress ", si ipotizza   che lo stress 'attivi'
il mal di testa come una sorta di campanello d'allarme che il nostro copro lancia alla nostra attenzione.

In questo studio tedesco si è dimostrato come chi soffre di tensione emicranica questa aumenti notevolmente in funzione del livello di stress a cui l'individuo è sottoposto.
Questi risultati convergono con altri studi, come uno della Xavier University dell'Ohio concluso  lo scorso anno in cui i ricercatori del business school hanno scoperto che il mal di testa correlato al ricovero ospedaliero è aumentato in modo significativo
durante la recessione degli Stati Uniti 2008-2009 e quindi in cui i soggetti erano sottoposti a grande stress.

Ridurre lo stress può essere particolarmente importante per le persone che soffrono di
mal di testa, perché lo stress può creare un circolo vizioso. "Lo stress
attiva il mal di testa, e il mal di testa innesca lo stress.
Vi ricordo che lo stress è un pericoloso fattore di rischio nei processi aging quindi se si vuole rimanere longevi e rallentare i processi aging cercate di rilassarvi ed evitare stati di stress!

lunedì 15 settembre 2014

Come ridurre il rischio di Ictus

ictus

L'ictus è una delle cause principali di morte in America, e una delle principali cause di
disabilità adulta. Fino all'80 per cento degli
ictus sono prevenibili.
Ma cosa è un ictus?
Talvolta chiamato  "attacco cerebrale" succede
quando un coagulo di sangue blocca un'arteria, o un vaso sanguigno si rompe, ed il flusso sanguigno smette di raggiungere un'area del cervello.
Le cellule cerebrali muoiono provocando un danno cerebrale, portando cosi incapacità di muovere le braccia o altro.
I danni cerebrali possono  determinare anche la morte.
Alcune persone guariscono completamente, ma più di due terzi dei sopravvissuti avranno qualche tipo
di disabilità.
Ora, certe cose sono fuori del nostro controllo; come l'età e la genetica, per esempio.
Ma molte variabili che aumentano il rischio di ictus possono essere sotto il nostro controllo.
Controllare i livelli di stress, per esempio, fare esercizio fisico regolare, non fumare, e dormire almeno sette ore
ogni notte; tutto questo può contribuire a ridurre il
rischio di ictus.
Consiglio le seguenti strategie dietetiche:

1. Consumare abbastanza vitamina B:
L'omocisteina è un amminoacido infiammatorio che è un sottoprodotto del metabolismo naturale.
In eccesso, provoca l'adesione delle piastrine sulle pareti dei vasi sanguigni contribuendo alla
aterosclerosi, riduce la flessibilità dei vasi sanguigni, e rende le  piastrine vischiose,
rallentando così il flusso sanguigno. Questo dimostra che c'è una correlazione diretta tra alto
livelli ematici di omocisteina e di un aumento del
rischio di malattie cardiache e l'ictus.
Fortunatamente, i livelli di omocisteina possono
essere gestiti ottenendo dagli alimenti o da integratori  tutta la vitamina B necessaria.
La famiglia della vitamina B comprende l'acido folico, la vitamina B12, e
la vitamina B6. Cercare un multivitaminico che fornisca:
dai 400 agli 800 mcg di Acido Folico
dai 400 ai 1,000 mcg di vitamina B12
dai 5 ai 20 mg di Vitamina B6

2. Seguire una dieta ricca di Antiossidanti:
Uno studio ha dimostrato che  donne svedesi che avevano seguito
una dieta ricca di antiossidanti ha avuto un minor numero di attacchi cerebrali
indipendentemente dalla loro storia clinica precedente.

"Mangiare alimenti ricchi di antiossidanti può
ridurre il rischio di ictus inibendo
lo stress ossidativo e l'infiammazione ", questo è quanto afferma
Susanne Rautiainen, MSc, autore dello studio.
"Questo significa che le persone dovrebbero mangiare più cibi
come frutta e verdura che contribuiscono ad aumentare la  capacità antiossidante totale. "

3 Deliziatevi con il Cioccolato
Numerosi studi confermano che la pianta del cacao possiede
sostanze chimiche chiamate flavanoli che possono abbassare la pressione sanguigna
e ridurre l'infiammazione, entrambi componenti chiave per abbassare il rischio di ictus.
I più alti livelli di consumo di cioccolato sono stati associati
con una riduzione del 37 per cento delle malattie cardiovascolari e una riduzione del 29 per cento degli
ictus.
Vi ricordo tuttavia che il cioccolato deve essere un fondente con almeno l'80% di cacao.

4 Vino Rosso
Naturalmente bere alcolici non fa bene, perciò se non bevete non camnbiate abitudini, tuttavia sappiamo che
un bicchiere al giorno di vino rosso puo far bene!
Uno studio ha trovato che il resveratrolo,
il potente polifenolo contenuto nel vino rosso, potrebbe migliorare il flusso del sangue
al cervello del 30 per cento e ridurre il rischio di ictus.

5 Eliminare i grassi Trans

A differenza dei grassi saturi presenti in alimenti come il burro, l'olio di cocco, o la carne rossa, i grassi trans, che si trovano negli oli vegetali
e cibi confezionati, aumentano il rischio di
malattie cardiache e ictus. Se consumate cibi
non trasformati, e cibi integrali siete sicuri di aver eliminato i grassi trans dalla vostra dieta.

Nota: Non fidatevi  dellla scritta  "senza grassi trans"!
Attraverso una lacuna nei regolamenti, i produttori possono includere
fino a mezzo grammo di grassi trans per porzione negli alimenti pur chiamando questi alimenti liberi da grassi trans.
6 Attenti allo Zucchero

Un recente  studio ha concluso che le persone che bevevano
bevande zuccherate analcoliche avevano un rischio più elevato di ictus
rispetto a quelli che non lo facevano, mentre la persone
che aveva bevuto  caffè (con caffeina o non) aveva un rischio di ictus ridotto.
Se si dispone di un ictus, mangiare zucchero
potrebbe peggiorare le cose. Uno studio ha trovato
che persone con alto livello di zucchero nel sangue hanno una maggiore
possibilità di morire da un ictus rispetto a quelli
con normali livelli di zucchero nel sangue. Livelli alti dello
zucchero nel sangue aumentano anche la pressione sanguigna
(un altro fattore di rischio per l'ictus) ed eleva l'insulina che potrebbe condurre alla resistenza insulinica.
All'elenco  di malattie fortemente influenzate
da insulino-resistenza è stato dato
l'acronimo CHAOS:(coronary disease,
hypertension, adult onset diabetes,
obesity, and stroke). Tutte queste malattie hanno in comune l'insulino resistenza, quindi, se si
possiede un grado di insulino-resistenza,
controllare l'insulina attraverso la dieta
può essere una delle strategie più efficaci
per ridurre il rischio di ictus. Il miglior strumento per controllare i livelli di insulina
è rappresentato prorio  dal taglio degli zuccheri dalla vostra dieta.

7 Scegliere i grassi buoni per una sana alimentazione

Spesso la nostra dieta contiene troppi acidi grassi omega-6 e troppo pochi
grassi omega-3, uno squilibrio che contribuisce
alla infiammazione e a numerosi altri problemi di salute.
Deve essere stabilito un giusto rapporto tra omega 6 e omega 3 il quale dovrebbe essere 4:1.
Gli alimenti piu ricchi di omega 3 (ALA,EPA,DHA) sono il pesce azzurro, i crostacei,alcuni semi come quelli di lino, di chia, e alcuni frutti a guscio come le noci.
Altri alimenti sono ricchi di omega 3 ma sopratutto di omega 6 come le mandorle, gli arachidi, semi di canapa, olio di oliva, perciò è necessario ridurre quest'ultimi preferendo sopratutto quelli ricchi di omega 3.
Una ottima fonte di omega 3 (EPA.DHA biologicamente piu attivi rispetto all'ALA) è l'olio di Krill, si tratta di un derivato del zooplancton di cui si cibano alcuni grossi pesci.

giovedì 11 settembre 2014

Il santo graal per il benessere?

picnogenolo

Picnogenolo, forse non tanti lo conoscono ma vi consiglio vivamente di leggere il seguente articolo che vuole solo essere un astratta introduttivo di altri articoli che presto seguiranno su questo magnifico Nutraceutico:

Il Picnogenolo  viene estratto dalla corteccia un pino marittimo francese.
"Se vorrei aggiungere  un nutraceutico ad una buona dieta, il picnogenolo
sarebbe la scelta perfetta "
Più di 100 studi clinici pubblicati hanno documentato una vasta
varietà di benefici, che vanno da un minor numero di crampi mestruali e rughe
al miglioramento della ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività,) , alla disfunzione erettile, alla funzione cardiaca, e alla performance fisica. Il Picnogenolo  è un potente antiossidante, agisce come un antinfiammatorio naturale, aiuta a generare
collagene e acido ialuronico, e favorisce la produzione di ossido nitrico endoteliale. che aiuta a dilatare i vasi sanguigni ".

Migliora le condizioni associate alla sindrome metabolica, che è considerata essere alla base di malattie cardiache e del diabete.
La sindrome metabolica è difficile da trattare, perché è un combinazione di cinque fattori di rischio: elevata pressione arteriosa, glicemia, colesterolo e trigliceridi nocivi, insieme ad una vita di grandi dimensioni, caratterizzata da grasso addominale.
Secondo un recente studio il picnogenolo è stato testato su 130 persone tra i 45 e i 55 anni di età con sindrome metabolica. Tutti i partecipanti hanno seguito una dieta sana
ed un adeguato programma di allenamento, ma la metà di questo gruppo ha anche preso quotidianamente del Picnogenolo.
Quelli  che avevano assunto il supplemento dimostravano significativi maggiori miglioramenti  relativi alla sindrome metabolica, tra cui le dimensioni della vita ridotta.

Come regola generale, si raccomanda di prendere dai 50- 100 mg di Picnogenolo al giorno.
Il Picnogenolo oltre a migliorare l'asma, e i livelli di colesterolo apporta una miriade di altri benefici documentati:
Per le persone con problemi circolatori, il supplemento è risultato efficace quanto l'uso delle calze elastiche capaci di ridurre il gonfiore e lo stato di disagio. (La combinazione dei due ha prodotto i migliori risultati.)
Migliorando la circolazione, il picnogenolo ha anche ridotto la retinopatia nei diabetici, riducendo l'eventuale edema e migliorando la visione(i risultati sono stati  verificati con test di visione standard).

aug2012_pycnogenol_10

Tra le donne in post-menopausa, scansioni e biopsie hanno dimostrato che il Picnogenolo riduce la secchezza della pelle e potenzia il grado di elasticità aumentando la produzione naturale di acido ialuronico e di collagene.

mercoledì 10 settembre 2014

L'EVO ripara dall'aria che respiriamo!

evo

L'olio di oliva può contrastare alcuni effetti dannosi derivanti dall'aria
inquinata sui vasi sanguigni, secondo uno studio
presentato al 2014 American Thoracic Society International Conference.
In un gruppo di 42 adulti sani, i ricercatori hanno confrontato
gli effetti di integratori contenenti
olio di oliva, olio di pesce, e un placebo.
L'Olio d'oliva da solo ha ridotto la contrazione delle arterie e la cattiva coagulazione.
"Il nostro studio suggerisce che l'uso di
supplementi di olio di oliva o il consumo stesso di olio di oliva può proteggere contro
gli effetti vascolari avversi dell'esposizione a
particelle di inquinamento atmosferico ", ha detto Haiyan Tong, MD, PhD,
un biologo di ricerca con l'EPA. La dose giornaliera di un eventuale supplemento è di 3 gr,
che è circa due terzi di un cucchiaino di olio extra vergine di oliva.

Non è abbastanza come motivazione per andare in palestra?

anziani

Non è una novità,  da anni sappiamo che seguire uno scorretto stile di vita alimentare, essere dei sedentari
non ci fa vedere e sentire bene. Queste abitudini possono anche farci vedere  e sentire più vecchi  della nostra età cronologica. allo
stesso tempo, le buone abitudini possono farci sentire giovani e pieni di energia.
Ma davvero ci aiuta stare più giovane a livello cellulare?
Un recente studio dimostra proprio questo!
In questo studio, gli scienziati della Mayo Clinic hanno osservato  topi alimentati con una
dieta "fast-food" per cinque mesi. Ciò che hanno osservato non ci sorprende, i topi hanno sviluppato
condizioni comunemente visti negli uomini che abitualmente seguono questo errato approccio alimentare, problemi di cuore, sensibilità all'insulina e
tolleranza al glucosio tutti segni precursori del diabete.
Inoltre le loro cellule hanno cominciato ad invecchiare, mostrando segni di infiammazione e di riduzione nella funzione.
Nel frattempo,  topi di confronto  a cui è stata data una dieta standard non hanno sviluppato questi problemi di salute.
Nello studio,i topi che presentavano i problemi visti sopra, sono stati messi a digiuno e costretti a fare esercizi su una ruota, i risultati sono stati sorprendenti: i problemi di salute che si erano sviluppate hanno cominciato a
i processi di invecchiamento e di infiammazione delle loro cellule si sono invertiti, determinando un processo di riparazione e di guarigione.
I ricercatori hanno concluso:
"I nostri dati mostrano che le cattive scelte nutrizionali pagano a caro prezzo, drammaticamente accelerano l'accumulo di cellule senescenti (invecchiate), e l'esercizio fisico può prevenire
o ritardare questo processo fondamentale di invecchiamento.
"Non è abbastanza come motivazione per andare in palestra?"

venerdì 5 settembre 2014

L'importanza dell'esercizio fisico nella perdita di peso!

Garcinia-Cambogia-Results

L'esercizio fisico è una componente importante
per la perdita di peso poichè riduce la
grelina, l'ormone secreto dallo stomaco che controlla l'appetito.
Il tuo corpo pensa che tu sia morendo di fame quando stai seguendo la dieta.
Dopo alcune ore che stai a digiuno, lo stomaco
secerne grelina che attiva i centri della fame nel
cervello aumentando l'appetito e rallentando l'utilizzo dei grassi a scopo energetico.
Da un recente studio è emerso che  uomini e donne in sovrappeso seguendo un piano di allenamento
durante la perdita di peso hanno ridotto la secrezione di grelina.
L'esercizio inoltre ha mantenuto il tasso metabolico a riposo, il che
impedirebbe di quadagnare  peso dopo una dieta prolungata.
Quindi chi vuole intraprendere una corretta e sana strategia alimentare
con l'obbiettivo di perdere grasso è necessario che stabilisca anche un
adeguato piano di allenamento aerobico con il fine di bruciare grasso e anaerobico lattacido
al fine di ottenere e mantenere i muscoli tonici.

Alimenti Bio, ne vale davvero la pena?

bio

Gli alimenti biologici rappresentano il 4 per cento delle vendite di prodotti alimentari
negli Stati Uniti. Gli alimenti biologici hanno una resa molto bassa dei raccolti
rispetto ai raccolti convenzionali.
Gli esperti sono divisi sulla questione se i benefici giustificano i
costi poichè naturalmente i prodotti biologici hanno un costo molto piu alto. Una meta-analisi di 343
studi di un grande gruppo europeo di scienziati ha dimostrato che gli alimenti biologici contengono
meno pesticidi e più antiossidanti.
Gli antiossidanti sono sostanze chimiche che proteggono le cellule dai radicali liberi che vengono prodotti naturalmente durante il metabolismo e che possono potenzialmente causare gravi danni
alle strutture cellulari come le membrane e il DNA. Questo
studio tuttavia non ha dimostrato che gli alimenti biologici sono più sani di quelli prodotti
tradizionalmente. Fonte: (British Journal of  Nutrition, pubblicato online 18 Luglio 2014)

giovedì 4 settembre 2014

DonneVsMaschi;chi perde piu grasso?

womanvsman

Una leggenda metropolitana diffusa è che gli uomini perdono peso e grasso corporeo più facilmente rispetto alle donne. Una revisione
della letteratura da parte di Phillipa Caudwell presso l'Università di Leeds nel Regno Unito ha concluso che uomini e
donne naturalmente con spesa energetica è uguale perdono peso allo stesso modo.
Le persone perdono peso a ritmi diversi in risposta all'esercizio fisico, ma la  causa  delle variazioni è data dal differente appetito e relativa assunzione di cibo piuttosto che dalle differenze metaboliche in risposta all'esercizio.
La misurazione della composizione corporea è particolarmente
importante nella valutazione delle differenze di peso e nella perdita di grasso.
Indipendentemente dalla perdita di peso, l'esercizio fisico fornisce
miglioramenti significativi alla salute metabolica  contribuendo alla salute
e alla longevità.

mercoledì 3 settembre 2014

CrossFit e Boot Camp duri fino a farti male?

crossfit-boot

Molti programmi di allenamento divenuti negli ultimi anni molto popolari come il cross-training e il Boot Camp  causano una rapida perdita di grasso. Tuttavia, questi programmi possono avere gravi conseguenze, di lunga durata.
Uno studio brasiliano sui ratti ha dimostrato gli effetti potenzialmente devastanti derivanti da un
esercizio fisico eccessivo. I ricercatori hanno esaminato la composizione corporea e valutato il  metabolismo della ghiandola surrenale nei ratti sottoposti a quattro e 10 giorni di esercizio quotidiano ad esaurimento.
Gli animali hanno perso il 20 per cento di grasso corporeo nel giro di pochi giorni, ma hanno anche sperimentato una perdita del 45 per cento delle proteine ​​muscolari. Più allarmante, il peso delle ghiandole surrenali aumentato del 74 per cento negli animali addestrati all'esercizio fisico ad esaurimento per 10 giorni di fila. Inoltre, i livelli di corticosterone sono aumentati in proporzione diretta allo stress da allenamento. Lo stress estremo delle surrenali  può provocare immunosoppressione che può avere effetti negativi a lungo termine sulla performance, la salute e il benessere. Il
sistema immunitario è l'ultimo fattore limitante delle prestazioni.
L'esercizio fisico eccessivo può letteralmente farti star male.
Quando si tratta di allenamenti, più duri e più duraturi non sono
necessariamente gli allenamenti migliori.

Iperproteica o Low carb? prima di tutto conosci te stessa!

 

somatotipi

Gli studi sugli effetti determinanti dalla
assunzione di proteine ​​sulla perdita di peso sono
confuse e contraddittorie. Alcuni studi dimostrano che le diete ad alto contenuto proteico
hanno l'effetto di diminuire l'appetito e accellerare la perdita di peso.
Altri studi dimostrano il contrario; l'elevato consumo di proteine ​​determina
un aumento di peso ma credo che questo sia sopratutto per un aumento della massa magra.
Mikkel Ankarfeldt dell' Università della Danimarca nei suoi lunghi studi, ha concluso affermando
che le persone con il più grande indice di massa corporea  (un indice della proporzione
tra altezza e peso) e la più grande circonferenza vita (grasso androide) hanno tutte beneficiato da diete ad alto contenuto proteico.
Questo spesso indica che le caratteristiche del proprio fisico influenzano il successo
delle strategie alimentari con l'obbiettivo della perdita di peso.
Se siete ipolipolitici cioè bruciate poco e difficilmente i grassi e sostenete un grasso di tipo ginoide, avete un metabolismo stagnante, soffrite di infiammazione al sistema linfatico e presentate i sintomi di una cattiva microcircolazione venosa e linfatica, siete predisposti alla cellulite, avete le ginocchia gonfie (producete poco GH) e accumulate grasso sopratutto nella parte bassa del corpo, una dieta iperproteica non è assolutamente adatta a voi.
Ricordate che le proteine in eccesso tendono a produrre  acidosi metabolica con un aumento degli stati infiammatori!
Al contrario se rispondete a questo somatotipo la cosa che non dovete fare è quello che spesso tanti fanno erroneamente, cioè eliminare i carboidrati seguendo una dieta "Low Carb", questa non farebbe altro che soffocare ancora di piu il vostro metabolismo  attenuando ancora di piu l'attività della vostra tiroide!
Quindi è importante conoscere l'apparteneza del vostro somatotipo e la funzionalità del vostro sistema ormonale!
Ricordate non esiste una strategia alimentare Universale!!

martedì 26 agosto 2014

Attenti alla disidratazione

 

images (1)

Non solo un atleta disidratato esegue la sua ssessione di allenamento
ad un livello inferiore rispetto a un atleta  ben idratato, ma puo sentirsi in uno stato di enorme stanchezza e nervosismo nel post workout.
I ricercatori della Universita del sud della  Florida
hanno trovato un legame tra idratazione e umore.
L'autore dello studio la Dr Rebecca Lopez ha concluso che
"Segni di disidratazione come mal di testa, affaticamento,
sete, incapacità di concentrarsi possono portare a
sentimenti negativi. Se siete disidratati, il vostro corpo  non può rispondere nel modo in cui si desidera.
Questo può anche influenzare negativamente il vostro umore. "
Seguite consigli come; pesarsi prima e dopo l'allenamento, conoscere la quantità di liquidi che si può aver perso durante l'allenamento e fare del proprio meglio per reintegrare.
Bere la giusta quantità di l'acqua prima e durante l'allenamento
per aiutare a mantenere la giusta quantita dei liquidi corporei, faciliterà il rilascio di endorfine il che vi farà sentire felici e soddisfatti subito dopo aver finito un allenamento.

Broccoli nella lista della spesa

broccoli

Uno deglia limenti del mondovegetale che puo essere nominato come superstar nella  lotta contro il cancro  contiene sulforafano, che può aiutare a combattere i tumori della
prostata, del fegato, della vescica e dello stomaco, per citarne alcuni.
L'alimento di cui vi parlo è conosciutissimo ma spesso poco apprezzato, il "Broccolo".
I Broccoli, hanno alti livelli di potassio e di acido folico e forniscono
al  vostro corpo  vitamine essenziali A, C e B6. Inoltre è praticamente privo di grassi o di sodio, e in una sola tazza avete solo 55 calorie, ma aiuta a riempire velocemente con cinque grammi di
fibra.
Cosa si può chiedere di più?
Nella prossima lista della tua spesa metti i broccoli!!

giovedì 21 agosto 2014

Integrazione di Calcio ma non dimenticate il Magnesio

osteoporosi
Alcuni ricercatori statunitensi hanno scoperto che l'uso di integratori di calcio
possono mettere le donne ad un  più alto rischio di
calcoli renali e altri problemi di salute.
La ricerca, proveniente dal North American Menopause society, e va contro la linea tradizionale che consiglia alle donne in menopausa, l'uso di integratori  di calcio e vitamina D
per prevenire malattie come l'osteoporosi. Lo studio
è stato pubblicato sulla rivista Menopause nel mese di giugno.
"Quando le persone consumano troppo calcio senza sufficiente magnesio, non solo si crea uno stress all'interno del corpo, ma l'eccesso
di calcio che non viene utilizzato correttamente può diventare tossico, perché
il magnesio è essenziale per l'assorbimento e il metabolismo del calcio
e della vitamina D.
Quindi avere troppo calcio a scapito di altri minerali potrebbe essere danno per le ossa e non solo.

lunedì 18 agosto 2014

Indice insulinico degli alimenti

InsulinNvsVSSplash2

Oggi voglio parlarvi di un argomento che pochissimi conoscono e del quale se ne parla molto poco, L'indice insulinico.

Sicuramente avrete sentito parlare di indice e carico glicemico degli alimenti, spesso viene utilizzato, giustamente come il principale strumento di scelta degli alimenti per il cosiddetto "mantenimento della calma glicemica"  per evitare che il glucosio assunto in eccesso venga trasformato e depositato come grasso dal nostro corpo.

Devo affermare che anch'io propongo questo tipo di approccio nella scelta degli alimenti da inserire in una dieta oltre naturalmente alla scelta della qualità degli alimenti ed al rapporto fra i vari macronutrienti, ma spulciando fra i vari articoli che portavano come parola chiave "insulino resistenza" ho letto con grande interesse una ricerca fatta qualche anno fa dove metteva in relazione l'indice glicemico di alcuni alimenti (non necessariamente ricchi di carboidrati!) con l'indice insulinico.

Faccio una premessa, anche in tale ricerca è stata dimostrata nella maggior parte degli alimenti presi singolarmente una correlazione tra indice glicemico, carico glicemico e risposta insulinica, tuttavia tale correlazione smette di esistere  se lo stesso alimento subisce un qualche tipo di processo di trasformazione o viene consumato con altri alimenti.

Bene, la cosa che mi ha sorpreso è che tale ricerca mette in evidenza il fatto che in molti casi alimenti a basso indice glicemico e perciò considerati sani in realtà suscitano una elevata risposta insulinica, il che non è un fattore propriamente sano soprattutto a lungo termine, poiché questo potrebbe portare ad esaurimento delle funzionalità pancreatiche responsabili della secrezione dell'ormone insulina.

Questi ricercatori dell'Università di Sydney del dipartimento di biochimica, hanno testato 38 alimenti e hanno scoperto che i punteggi glicemici e di insulina erano altamente correlati. La loro scoperta più interessante è stata che gli alimenti ricchi di proteine ​​e prodotti da forno (ricchi di grassi e carboidrati raffinati) hanno suscitato risposte di insulina che erano sproporzionatamente superiori rispetto alle loro risposte glicemiche.

Sempre questi ricercatori  affermano che "il loro metodo di scelta del cibo è più realistico, e il loro metodo più accurato rispetto al metodo che sfrutta l'indice glicemico."

Brand-Miller  autore di un altro libro che ho letto "The New Glucose Revolution" afferma quanto segue per quanto riguarda l'indice insulinico:
Mentre è chiaro che la domanda di insulina esercitata dagli alimenti è importante per la salute a lungo termine, non ne consegue necessariamente che abbiamo bisogno di un indice insulinico degli alimenti, invece che di un indice glicemico. Quando entrambi sono stati testati insieme, l'indice glicemico è stato un ottimo strumento per predire l'indice di insulina del cibo. In altre parole, un alimento a basso indice glicemico ha un valore di indice di insulina basso e un alimento ad alto indice glicemico ha un valore elevato indice di insulina. Inoltre, il livello di glucosio nel sangue è direttamente correlato alle reazioni avverse come glicosilazione delle proteine ​​(legami tra glucosio e proteine) e molecole ossidanti.
Ci sono alcuni casi, tuttavia, in cui un alimento ha un valore glicemico basso, ma un valore elevato di indice insulinico. Alcuni alimenti (come carne, pesce e uova) che non contengono carboidrati, ma solo proteine ​​e grassi (ed essenzialmente hanno un valore di GI pari a zero), stimolano aumenti significativi di insulina nel sangue.

Al momento, non sappiamo come interpretare questo tipo di risposta (bassa glicemia, insulinemia alta) per la salute a lungo termine. L'aumento di insulina contribuisce a mantenere  basso livello di glicemia e questo è positivo, d'altra parte, può essere non così buono, perché la maggiore richiesta di insulina contribuisce ad un "esaurimento" delle cellule beta del pancreas deputate alla secrezione dell'insulina, con conseguente  sviluppo del diabete di tipo 2. Fino a quando  studi non verranno  effettuati per rispondere a questi tipi di domande, l'indice glicemico rimane uno strumento collaudato per prevedere gli effetti del cibo sulla salute.

La tabella seguente mostra il confronto tra i punteggi dell'indice glicemico e dell'indice insulinico di questi 38 alimenti utilizzati nella ricerca.

Fonte: An insulinindexof foods:the insulindemandgeneratedby 1000-kJ portions of common foods13  Susanne HA Holt, Janette C Brand Miller, and Peter Petocz

Australian University

 

insulinic1

insulinic2

insulinic3

 

 

 

 

mercoledì 13 agosto 2014

Abbronzatevi! La vitamina D vi protegge!

abbronzatevi

La vitamina D protegge contro i danni del sole
Il corpo produce vitamina D naturalmente nella pelle in una reazione che coinvolge la luce solare.
La vitamina D è fondamentale per il mantenimento della densità ossea. L'esposizione eccessiva
alla radiazione ultravioletta può danneggiare la pelle e aumentare il rischio di varie
forme di cancro della pelle, specialmente melanoma mortale. Michael Holick della Boston
University Medical Center ha rilevato che l'esposizione al sole è il modo più importante che
gli esseri umani hanno per ottenere adeguate quantità di vitamina D.
Una adeguata esposizione al sole provoca produzione di vitamina D, che promuove la salute delle ossa e protegge la pelle dal cancro.
La paura del cancro della pelle ha scatenato un'epidemia nazionale da deficienza di vitamina D.
Altri studi hanno dimostrato che l'esposizione al sole, a un certo punto, è sano perché
aumenta la secrezione dell'ormone melanocortina, che promuove l'abbronzatura, il controllo del peso e la sessualità.

(Experimental Dermatology, 23: 391-392, 2014)

Plasma ricco di piastrine come trattamento per migliorare l'artrite

artrite
L'osteoartrite alle ginocchia implica il degrado della cartilagine e dell'osso e la formazione di tessuto fibroso nelle articolazioni, ed una  anormale lubrificazione delle articolazioni.
L'Artrite del ginocchio è molto comune, soprattutto in atleti che invecchiano.
I trattamenti includono iniezioni di acido ialuronico e interventi di chirurgia artroscopica per ripulire l'articolazione.
Plasma ricco di piastrine (PLP) è una tecnica promettente per ridurre l'artrite
al ginocchio e il dolore secondo uno studio di ricercatori dell'Ohio State University. Questo metodo
comporta una trasfusione  del sanguedel paziente il quale viene concentrato di piastrine per poi essere reimmesso nel paziente.Le piastrine aiutano la coagulazione  del sangue e a diminuire l'infiammazione. I ricercatori sul PLP hanno concluso che quedsta tecnica è efficace per ridurre il dolore al ginocchio
soggetto ad artrite, ma la loro valutazione si è basata solo su piccoli studi
coinvolgendo alcune osservazioni.

venerdì 8 agosto 2014

anziani longevi grazie alle proteine

anziani

Un consumo regolare di proteine previene la perdita di massa muscolare negli anziani
Le persone perdono il 20 per cento della loro massa muscolare tra i 40
e i  60 anni; condizione chiamata sarcopenia.
La perdita muscolare contribuisce alla diminuzione della massa ossea, alla perdita di forza, aumenta le cadute mortali, e porta ad una mal regolazione degli zuccheri nel sangue.
Pasti proteici contenenti da 25 a 30 grammi di proteine ​​stimolano
la sintesi proteica muscolare, anche senza eseguire esercizi di allenamento con i pesi.
La Leucina, un aminoacido chiave di segnalazione, attiva il  percorso mTOR
nel muscolo, che promuove la sintesi proteica e l'ipertrofia muscolare.
Decine di nuovi studi hanno trovato che gli adulti più anziani potrebbero migliorare il mantenimento della
massa muscolare se consumassero proteine ​​di alta qualità per tutto il giorno.
(The Journal of Nutrition, pubblicato on line 17 Aprile 2014)

Dinitrofenolo (DNP) cosa è?

Dinitrofenolo (DNP)

PS. Quello che segue, come del resto la maggior parte dei miei post,  sono articoli  pubblicati sulle riviste scientifiche dei vari centri di ricerca del mondo.

Non vogliono per nulla spingere nessuno all'uso di scorciatoie soprattutto pericolosissime come l'uso di farmaci nella perdita di peso che si raggiunge con un corretto regime alimentare e una sana attività fisica!

Il Dinitrofenolo (DNP) è stato ampiamente utilizzato nel 1930 come farmaco per la perdita di peso.
E 'stato vietato perché causava danni al sistema nervoso, determinava alte temperature nel corpo e in alcuni casi la morte.
È un agente di disaccoppiamento, il che significa che rilascia calorie come calore anziché
immagazzinarle come grasso o convertirle in energia utile (cioè, ATP).
Ricercatori provenienti dall'Istituto Nazionale del Diabete e Malattie Digestive e renali in Bethesda,
Maryland, in uno studio sui topi, ha stabilito che l'DNP è altamente efficace per la perdita di peso, il farmaco inoltre migliora la regolazione degli zuccheri nel sangue.
I Ricercatori hanno suggerito che la combinazione di basse dosi di DNP con farmaci che controllano
l'appetito potrebbe essere efficace per il trattamento dell'obesità.
(Journal of Biological Chemistry,pubblicato online il 28 Maggio 2014)

mercoledì 6 agosto 2014

Allenamento con i pesi ad alta quota è meglio..

altaquota_07

Allenamento con i pesi ad alta quota è meglio..
Secondo uno studio dell'Istituto di Scienze e Sport di Tokyo
l'allenamento con i pesi eseguito ad alta quota dove vi è una ridotta disponibilità di ossigeno sembra produrre risultati migliori rispetto allo stesso esercizio fatto al  livello del mare, questo probabilmente per l'aumento della fornitura di sangue al muscolo e per l'effetto da parte dei fattori di crescita che agiscono sull'endotelio vascolare stimolando la crescita dei vasi.

I soggetti coinvolti in questo studio si sono allenati con i pesi per otto settimane sia a livello del mare e sia ad alta quota (-14% ossigeno).
I risultati hanno dimostrato che i gruppi,che si sono allenati ad alta quota hanno avuto
maggiori guadagni di crescita  muscolare e resistenza ed un aumento del flusso sanguigno verso il tessuto muscolare. Gli studiosi concludono che un allenamento ad alta quota o in una camera priva di una moderata percentuale di ossigeno (10-15%) potrebbe avere significativi benefici sulla salute particolarmente in soggetti  adulti più anziani.

Il ruolo del kettlebell nella forza e nel condizionamento

swing

Il ruolo del kettlebell nella forza e nel condizionamento

Un kettlebell è una grande sfera di ferro con una
maniglia. In superficie, il kettlebell
non sembra  molto diverso da un
manubrio co dei pesi, tuttavia Il peso del kettlebell si trova all'estremità del manico anziché su entrambi i lati di esso come invece si ha nel caso di un manubrio, inoltre, il design del kettlebell permette di fare esercizi balistici ad alta velocità con una azione simile ad un pendolo. Molti esercizi fatti con il kettlebell,
quali swings, snatches e clean richiedono
contrazioni muscolari eccentriche ad alta velocità,
che producono forze muscolari sorprendentemente alte.
Chris Beardsley e Bret Contreras, in una recensione sono giunti alla conclusione che abbiamo bisogno di più
informazioni per valutare l'utilità del kettlebell nell'ambito dell'allenamento in atletica. Tuttavia i Kettlebells migliorano la velocità e prevengono gli infortuni.
(Strength and Conditioning Journal, 36 (3): 64-70, 2014)