venerdì 31 ottobre 2014

Attività Fisica oltre l'insulino resistenza

GLUT4

In primo luogo, la cosa più importante che dovete sapere è che
tutti i carboidrati, sia a basso indice glicemico che ad alto glicemico
determinano una risposta insulinica da parte del pancreas.
Se il pancreas secerne; una grande quantità; una tantum o provvede ad un lento
rilascio sistematico di insulina, questo sarà determinato dalla natura dei carboidrati assunti.
Questo vuole dire che siamo in grado di manipolare il nostro corpo attraverso il modo in cui noi assumiamo il nostro cibo.
L'insulina è uno degli ormoni più anabolici del corpo, questo fattore può essere estremamente utile e vantaggioso per chi vuole aumentare la propria massa muscolare e come vedremo non solo, ma bisogna stare molto attenti poiché l'insulina, se è vero che può essere sfruttata per l'invio delle sostanze nutritive alle cellule muscolari potrebbe allo stesso modo guidare tali sostanze anche alle cellule di grasso dove saranno
depositate determinando un effetto non desiderabile.
A questo punto cerchiamo di capire come funziona l'insulina nel
corpo e la cascata di eventi che vengono attivati ​​quando l'insulina viene rilasciata.

Quando i carboidrati vengono degradati e assimilati in glucosio, questi "zuccheri" devono essere veicolati all'interno delle cellule, e questo processo viene regolato appunto dall'insulina.
In realtà non è direttamente l'insulina a fare questo lavoro ma sono un gruppo di proteine trasportatrici "Trasportatori del glucosio" denominati GLUT4 che attivati dal legame dell'insulina ai propri recettori trans-membranali delle cellule bersaglio,questi migrano dal citoplasma della cellula fino a raggiungere la membrana plasmatica delle cellule,dove creano dei canali che similmente a delle porte si aprono a far entrare le molecole di glucosio.

Le cellule possono quindi utilizzare questi zuccheri come energia, o come deposito energetico da utilizzare più tardi.

La sensibilità all'insulina descrive come una cellula sia reattiva alle reazioni a cascata innescate dall'insulina.
Se le cellule non riescono a reagire all'insulina, le proteine ​​GLUT4 si muovono lentamente e solo parzialmente verso la superficie della cellula. La resistenza totale all'insulina significherebbe che queste proteine ​​GLUT4 non si muovono affatto in presenza di insulina. Purtroppo, è quello che succede quando si invecchia, o quando si è affetti da diabete di tipo I dove il gene che esprime la proteina recettoriale per l'insulina è inespresso con conseguente non legame dell'insulina al recettore e mancata  traslocazione delle GLUT4.

Recentemente è stato scoperto che il livello di sensibilità all'insulina da parte delle nostre cellule può variare anche all'interno della stessa  giornata.
Al mattino le proteine ​​GLUT4 reagiscono più fortemente all'insulina rispetto alla sera.

Durante l'allenamento di resistenza le proteine ​​GLUT4 tendono a spostarsi sulla membrana cellulare delle cellule muscolari indipendentemente dai livelli di insulina, questo processo è chiamato traslocazione non-insulino-mediata, questo significa che se una persona è resistente all'insulina, l'allenamento potrebbe  aiutare il loro
tessuto muscolare nell'uso corretto degli zuccheri, tuttavia non si osserva la stessa cosa a livello del tessuto adiposo,dove le GLUT4 rimangono sospese nel citoplasma della cellula e non migrano verso la membrana cellulare.

Quindi fate attività fisica!!!!

lunedì 20 ottobre 2014

Avocado; per chi ancora non lo conosce..

avocado

Un avocado fresco contiene solo 3 grammi di  carboidrati, e meno di 1 grammo di zuccheri quindi il valore più basso di qualsiasi altro frutto fresco, inoltre contribuisce con un 8% del valore giornaliero di fibre, infine da non dimenticare che ogni porzione di avocado apporta una rilevante quantità di grassi buoni.
Joan Sabate, dalla Loma Linda University (California,USA), e colleghi hanno chiesto a 26 uomini sani ma in sovrappeso di introdurre nella loro dieta un avocado fresco a pranzo.
Il team ha scoperto che i soggetti che avevano aggiunto a pranzo una porzione pari a metà frutto di avocado, avevano riportato una significativa diminuzione del desiderio di mangiare del 40% in un periodo di tre ore, e del 20% in un periodo di cinque ore dopo il pasto. Inoltre, i soggetti hanno riferito un aumento di soddisfazione nel dopo aver mangiato un pasto in cui era presente una porzione di avocado.
Quindi non dimenticate di inserire nel vostro carrello della spesa questo particolare frutto.

venerdì 17 ottobre 2014

Adolescenti obesi e depressi!

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Uno studio ha esaminato l'associazione tra sintomi depressivi con BMI (BMI z-score) standard, stili di vita, e misure di auto-efficacia in un campione di adolescenti urbani. Lo studio è stato condotto tra gli adolescenti (n = 1508) arruolati da 11 scuole pubbliche nella Repubblica Dominicana. I sintomi depressivi sono stati valutati con un test appositamente adattato agli adolescenti.

Sono stati valutati anche: l’assunzione di cibo (frutta, verdura e cibi a elevato contenuto energetico), il comportamento sedentario e l'attività fisica (PA). Altezza e peso sono stati misurati direttamente e sono stati calcolati i BMI z-score. Il campione era composto da 53% femmine, 75% ispanici, e l’82% nati negli Stati Uniti, con un'età media di 13,9 anni. Si è evidenziato che un maggior numero di sintomi depressivi erano associati a un BMI più elevato, una maggiore assunzione di cibi a elevata densità energetica e a un comportamento quasi totalmente sedentario con scarsa attività fisica.

Fonte:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25181530
Child Obes. 2014 Sep 2

martedì 14 ottobre 2014

Considerate la qualità del vostro sonno.

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Considerate la qualità del vostro sonno.
Dormine meno di sette ore per notte può ridurre e perfino annullare
i benefici della dieta, questo secondo una ricerca pubblicata su "Annals of
Internal Medicine". Lo studio ha scoperto che quando seguite una dieta per la definizione se non dormite adeguatamente potreste perdere
fino al 55% dei vostri risultati.
Questo studio ha dimostrato inoltre che i soggetti che dormono poco sentono in modo significativo piu fame
e consumano i pasti con meno soddisfazione, inoltre durante l'allenamento si stancano facilmente perche vengono a mancare le giuste energie.

Quando si è privati del sonno, il tuo corpo soffre di uno stordimento metabolico , un termine questo coniato
da ricercatori dell'Università di Chicago, che hanno analizzato cosa è successo dopo soli quattro giorni in cui i soggetti dello studio hanno dormito poco.
In condizioni di privazione del sonno le cellule adipose diventano piu del 30% meno sensibili all'insulina.
Questo porta ad immagazzinare più grasso, in particolare nel fegato, e vi mette sulla strada verso il diabete di tipo 2.
Per chi con sacrifici tenta di acquisire un po di massa muscolare, ottenere meno di sei ore di sonno al giorno per una settimana
può causare un abbassamento dei livelli di testosterone al fino al 15%.
Così dopo aver allenato i muscoli sollevando i vostri pesi, mangiato le vostre proteine, dovreste andare a letto per garantirvi un buon sonno.
Avete bisogno dalle sette alle nove ore di riposo per notte!

sabato 11 ottobre 2014

Grassi. Individuata una nuova classe di grassi ‘buoni’

Grassi. Individuata una nuova classe di grassi ‘buoni’.

Si chiamano 'Fahfa' e rappresentano una nuova classe di lipidi ‘buoni’ come gli omega-3. A differenza degli omega-3, però, i Fahfa vengono prodotti all'interno del corpo: così in teoria si potrebbe modularne il livello nell’organismo umano. Secondo i ricercatori, la scoperta apre potenziali prospettive di studio per trattamenti contro il diabete e altre malattie infiammatorie

10 OTT - Un gruppo di ricercatori statunitensi ha identificato una nuova classe di molecole lipidiche, finora ‘sconosciute’, che potrebbero aumentare la sensibilità insulinica e il controllo dello zucchero nel sangue, aprendo nuove prospettive di ricerca per trattare il diabete di tipo 2. Lo studio*, pubblicato su Cell, è stato realizzato da un team di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (Bidmc) e del Salk Institute. I nuovi grassi, individuati su modello animale, si chiamano Fahfa (acid-hydroxyl fatty acids) e si trovano nelle cellule di grasso ed in altre cellule del corpo.

Queste molecole sono ‘buone’ come quelle di omega-3 contenute ad esempio nel pesce, ma al contrario degli omega-3, che non vengono prodotti dai mammiferi, i Fahfa vengono invece generati e scomposti all’interno dell’organismo umano.
“Questa importante caratteristica conferisce ai Fafha un vantaggio in termini di sviluppo terapeutico, perché potremmo essere in grado di modificare il tasso di produzione e la ripartizione in tutto il corpo”, osserva Barbara Kahn, senior author e Vice Presidente del Dipartimento di Medicina presso il Bidmc. “Dato che siamo in grado di misurare i livelli di Fahfa nel sangue, basse concentrazioni possono rivelarsi un indicatore precoce del rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Di conseguenza, se il ripristino dei livelli Fahfa negli individui con insulino-resistenza rivela effetti terapeutici, a livello potenziale potremmo essere in grado di intervenire prima dello sviluppo del diabete”.

"Sulla base della loro biologia, possiamo aggiungere i Fahfa alla ristretta lista dei lipidi con effetti benefici”, ha affermato il co-autore senior Alan Saghatelian, PhD, Professore al the Clayton Foundation Laboratories for Peptide Biology al Salk Institute a La Jolla, in California. “Questi lipidi sono sorprendenti, perché possono anche ridurre l'infiammazione, suggerendo che potremmo scoprire le opportunità di queste molecole in malattie infiammatorie, come il morbo di Crohn e l'artrite reumatoide, oltre che al diabete”.

La ricerca
La ricerca è partita da alcune indagini su un particolare modello murino, con una sovra-espressione di molecole GLUT 4 (i GLUT sono proteine trasportatori del glucosio, specifiche proteine). I ricercatori hanno “osservato che gli esseri umani che sono resistenti all'insulina - e quindi più inclini a sviluppare il diabete e le malattie metaboliche – mostrano una minore concentrazione dei GLUT-4, molecole trasportatrici di glucosio nelle cellule di grasso”, dice Kahn.
Infatti, studiando la concentrazione di questi lipidi nell’uomo, nel grasso o nel plasma di individui con insulino-resistenza, i ricercatori hanno osservato che le concentrazioni di Fahfa erano dal 50 al 75% più basse di quelle degli individui con normale sensibilità insulinica.
Nello studio, “con nostra sorpresa, la sovra-espressione di GLUT-4 di grassi era sufficiente per aumentare la tolleranza al glucosio e proteggere i topi contro il diabete, anche quando gli animali erano obesi”, spiega Kahn.
Questi animali mostravano un elevato livello di acidi grassi, spesso associati nell’uomo con insulino-resistenza ed intolleranza al glucosio, ma erano sensibili all’insulina e in grado di controllare i livelli di zucchero nel sangue, riferiscono i ricercatori. Con una particolare tecnica di spettrometria, essi hanno individuato in questi topolini la presenza di quattro lipidi normalmente assenti. "Sto conducendo queste analisi per più di un decennio e Fahfa è una delle uniche due nuove classi di lipidi che abbiamo scoperto", aggiunge Saghatelian.

Aumentando attraverso l’alimentazione il livello di Fahfa nell’animale, i ricercatori hanno mostrato un rapido e radicale calo dello zucchero nel sangue e un aumento dell’insulina.
“Una scoperta che offre nuove valide vie di trattamento, che speriamo di essere in grado di testare in studi clinici", auspica Kahn. "Un elemento di fondamentale importanza, in quanto i tassi di obesità e diabete di tipo 2 rimangono in proporzioni epidemiche in tutto il mondo”.

Viola Rita

* Mark M. Yore, Ismail Syed et al., Discovery of a Class of Endogenous Mammalian Lipids with Anti-Diabetic and Anti-inflammatory Effects, Cell, Volume 159, Issue 2, p318–332, 9 October 2014, DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cell.2014.09.035

** Lo studio è stato in parte supportato da National Institutes of Health, JPB Foundation, the Searle Scholars Award, Burroughs Wellcome Fund CABS, Sloan Foundation Fellowship, e da grant del the Harvard Training Program in Nutrition and Metabolism

Inviato da iPad

venerdì 3 ottobre 2014

Vitamina D e Calcio per dimagrire!

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Ricercatori sull'obesità stanno studiando vari modi per determinare
la morte cellulare degli adipociti al fine di ridurre il grasso corporeo.
I ricercatori della South Dakota State University, in uno studio sui topi, hanno trovato
che gli animali alimentati con diete ad alto contenuto di vitamina D e calcio hanno mostrato
una diminuzione del grasso corporeo, un aumento nel sangue della vitamina D, una migliore regolazione
dello zucchero nel sangue e dei marcatori  del metabolismo dei grassi.
Una riduzione del grasso è stato ottenuto aumentando l'apoptosi delle cellule di grasso.
Aumentare l'assunzione di vitamina D e calcio potrebbe promuovere una gestione del grasso
attraverso la morte delle cellule, tuttavia la sicurezza a lungo termine è ancora sconosciuta.
(Molecular Nutrition & Food Research, 58: 1342-1348, 2014)

giovedì 2 ottobre 2014

Benefici dell'esercizio fisico

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Una revisione della letteratura condotta da Larry Durstine
della University of South Carolina ha concluso che l'esercizio aerobico migliora il profilo dei grassi nel sangue
diminuendo il colesterolo totale, il rapporto di HDL colesterolo e trigliceridi, e aumenta l'HDL e
le dimensioni delle particelle LDL e HDL. L'esercizio fisico aiuta anche a migliorare i fattori metabolici correlati, come il sangue
pressione del sangue e composizione corporea. L'esercizio di resistenza (ad esempio, l'allenamento con i pesi ) ha anche effetti positivi
sui grassi del sangue e la salute metabolica. (Current Sports Medicine Reports, 13: 253 259, 2014)

Le proteine non riducono la funzionalità dei reni!

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L'elevato consumo di proteine ​​è stato collegato con una scarsa funzionalità renale. Recenti studi fatti nell'università del Texas Medical Branch a Galveston  hanno dimostrato l'importanza delle proteine per prevenire la perdita di massa muscolare (sarcopenia)
negli anziani. Il consumo di integratori di proteine costituito da 25 grammi di proteine del siero di latte o di caseine promuove la sintesi proteica, anche senza l'esercizio di resistenza. Jeannette Beasley del Albert Einstein College of Medicine di New York, insieme a dei suoi  collaboratori, hanno scoperto che l'assunzione di proteine ​​non è associata ad un declino della funzione renale negli anziani anche se il tasso di filtrazione glomerulare
è diminuito nel 27 per cento dei pazienti durante lo studio durato sei anni.
Possiamo dedurre da questo studio che si possono consumare  tranquillamente integratori proteici per prevenire la perdita muscolare.

Fonte: (Nutrition,30: 794-799, 2014)

mercoledì 1 ottobre 2014

Il Pumping muscolare promuove l'ipertrofia

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Il Pumping muscolare promuove l'ipertrofia
Contrazioni muscolari ripetitive, come quelle che si verificano durante allenamenti ad alte ripetizioni, causano un aumento dell'accumulo di sangue
nei Muscoli. I fisiologi chiamano questo processo iperemia reattiva, innescato da sostanze chimiche
quali l'adenosina e spostamento dei fluidi causata da un aumento della pressione da contrazioni muscolari.
Brad Schoenfeld e Bret Contreras hanno concluso che esercizi derivanti da una combinazione
di un alto carico ed un alto volume, aumentano il pumping muscolare, e risulta essere l'allenamento
migliore per massimizzare l'ipertrofia muscolare. Provate a dividere l'allenamento in due fasi; una prima fase in cui
utilizzate carichi pesanti, una seconda fase in cui aumenterete il volume utilizzando un alto numero di ripetizioni.